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può portare, fra “messaggio gastronomico” e “cucina

totale”:

Il connubio tra cibo e design si fa sempre più

stretto. Se Gualtiero Marchesi è stato uno dei

primi ed è di certo tra i più famosi cuochi

designer, la creatività degli chef sembra non

volersi più fermare a metodi di cottura e

abbinamenti di ingredienti. Strumenti per

cucinare e servire diventano parte importante dei

cibi serviti. Così pentole, posate, piatti e bicchieri

acquistano le linee che i cuochi considerano

più adatte al loro messaggio gastronomico. Per

realizzare quella “cucina totale” di cui parla

Marchesi dicendo che “le forme e gli spazi

dialogano per esaltare i sapori e provocare

emozioni”

3

.

Tra i tanti grandi chef-designer selezionati dall’autrice

dell’articolo, ne voglio menzionare tre, quelli che

mi sembravano i più “creativi”. In prima fila c’è

sicuramente Davide Scabrin, autore della “Boîte à

fumoir,” una scatola in legno per affumicare i cibi con

l’aiuto di un sigaro, e di “Ham-book”, un libro-piatto

per il prosciutto. Per mia sfortuna non ho mai visto

dal vero questo oggetto ma posso immaginare come

sia emozionante leggere un libro e allo stesso tempo

mangiare una fetta sottile di prosciutto delicatamente

adagiata in un “Ham-book”.

Anche Davide Oldani non scherza come designer:

qualche anno fa ha progettato un oggetto tricefalo che

è, come spiega la didascalia, “forchetta + coltello +

cucchiaio = PASSEPARTOUT”. Oldani è anche ricordato

per “Espoon”, un cucchiaino con un buco, o forse un

buco con un manico, per mescolare lo zucchero nel

caffè senza “rompere l’uniformità della cremina”. I

caffeinomani potranno finalmente dormire i loro sonni

tranquilli…

Last but not least, lo chef-designer Riccardo De Prà mi

ha colpito non tanto per il disegno dell’oggetto – tre

sfere di vetro che francamente non capisco – ma per il

nome che ha dato alla sua opera/prodotto: “GLU GLU”,

nome “creativo” per un “metodo originale di cottura

per zuppe”.

Vedendo questi oggetti mi sento di suggerire agli chef-

designer di usare le penne solo quando sono fatte di

semola di grano duro.

I DESIGNER-CUOCHI

Non possiamo però limitarci a commentare

i grandi chef designer: per par condicio dobbiamo

guardare anche ai designer – e sono molti specialmente

in tempo di Expo – che si sono occupati di progettare

strumenti per cucinare o che hanno promosso iniziative

o eventi legati al mondo del cibo.

Da qualche anno, nel mondo del design, sembra aver

particolare successo la pubblicazione di “ricettari”.

I designer, soprattutto quelli molti giovani che

devono farsi conoscere, sfogano il loro estro creativo

pubblicando o partecipando alla pubblicazione di

ricette. Come Design al sangue, un volume pubblicato

nel 2014 che raccoglie 70 ricette di carne proposte da

altrettanti designer.

Il titolo di questo libro mi diverte molto. So per

esperienza che quello del designer può essere un

mestiere duro, qualche volta difficile, ma non pensavo

che arrivasse a essere truculento. Mi sono divertito

ancora di più quando ho scoperto che Design al sangue

è l’ultimo di una serie di ricettari con dei titoli ancora

più divertenti di Design al sangue.

Prima di questo libro, pubblicato nel 2014, lo stesso

editore aveva pubblicato: Design al dente (2012),

Stuzzichini del design (2012), Pane e design (2013), Una

spina nel design (2013) e nel 2011, il primo della serie,

quello con il titolo più bello – e azzeccato – Cavolo che

design. Ciascuno di questi volumi, secondo la sinossi,

“diverte la gola e appassiona lo sguardo”.

Ho smesso di divertirmi quando ho capito che la

serie non è il frutto conviviale di un’allegra brigata di

studenti o giovani laureati, ma dell’editore di una rivista

storica come “Ottagono”, una delle poche riviste che

si occupavano di design in Italia, e di Gaggenau una

importante azienda di cucine tedesca. Va anche detto

che la casa editrice bolognese “Editrice Compositori”

è infine fallita e “Ottagono” non esce più in edicola. Mi

dispiace per chi lavorava ma arrivati a un certo punto

possiamo dire che forse di certe iniziative editoriali non

sentiremo la mancanza.

SIGNORI, A TAVOLA!

Se fin qui ho offerto qualche spunto su quello

che succede oggi nel mondo della cucina muovendomi

tra chef-designer e designer-chef, nella rimanente

parte del testo vorrei tornare all’immaginario a cui

faceva riferimento Luigi Veronelli. Vorrei presentare

i miei interessi, i miei riferimenti e le mie passioni.

Quello che ha contribuito a dare forma al mio

immaginario del cibo e della tavola. Per rimanere

in tema, ho pensato di organizzare i paragrafi che

seguono come un pranzo dove vengono servite tutte

le portate. A ogni portata corrisponde una idea, un

ricordo o una storia.

A TAVOLA

Gianni Sassi, art director, grafico, appassionato

di cucina, cuoco dilettante, amante del buon

cibo, sosteneva che la tavola è il luogo ideale per

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Cuochi designer, creatività oltre i fornelli, a cura di Eleonora Cozzella,

http://espresso.repubblica.it/food/multimedia/cuochi-designer-

creativitampagrave-oltre-i-fornelli/24943468 (ultimo accesso, per

questo e per i successivi riferimenti online, 11 novembre 2015).