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insieme per cambiare

Una mia vicina di casa, insegna lettere in un istituto

tecnico, mi ha raccontato che una mattina i suoi

studenti le hanno chiesto

“Professoressa, a cosa

serve la poesia?”

A cosa serve la poesia, a cosa serve l’arte?

Viviamo in un mondo dominato dal criterio dell’

utilità

.

Saper stare al mondo significa saper fare i propri

interessi, non importa se a scapito degli altri.

Il finire dello scorso millennio ha visto il mondo

sconvolto dalle grandi guerremondiali. Ha conosciuto

il crollo delle ideologie dominanti, il nazismo, il

fascismo, il comunismo.

Ora si dice che il posto delle ideologie che hanno

illuso e deluso non è stato preso dagli ideali che

spingono a rinnovare il mondo, ma da una grande,

diffusa disillusione, da una mancanza di passione,

o, come qualcuno afferma, dalle passioni tristi, dal

disincanto.

Ma forse non è proprio così, non è solo così. Non

tutte le ideologie sono finite.

Una ideologia, molto forte e diffusa nel pianeta, si è

imposta, come unica ideologia vincente, ed è quella

del capitalismo sfrenato, senza limiti e senza altri

valori che non siano quello del profitto a tutti i costi.

“Al giorno d’oggi il denaro è la regola che misura il

mondo”

(Taking care. Progettare per il bene comune. Mostra

al padiglione Italia.)

La regola è il denaro, la regola è il profitto.

Profitto, quindi l’approfittarsi non solo delle occasioni,

ma anche degli altri.

Le stesse relazioni tra le persone sono legate

dall’interesse, dall’utilità, sono funzionali.

Si sta

insieme per interesse.

Ti cerco, ti frequento, ti manifesto interesse, simpatia,

ammirazione perché da questo mi aspetto dei

vantaggi. Non mi servi più, non ti cerco più.

E chi è la persona di successo? L’ideale di successo

viene declinato in termini economici (fare soldi)

di potere (essere importanti) di apparenza (essere

ammirati).

La stessa scuola rischia di non saper resistere al

richiamo di queste sirene.

Per sentirsi scuola di qualità talvolta sembra aver

bisogno di trovare un riconoscimento dall’esterno,

deve accreditarsi come veramente funzionale alle

richieste che provengono dal mondo economico,

senza discutere criticamente queste richieste,

subendole.

Un tempo questo avveniva attraverso il meccanismo

del conformismo.

Si coltivava l’ideale della ‘testa ben piena’, delle

nozioni da recepire attraverso meccanismi didattici

passivizzanti (la lezione da studiare e ripetere, il

voto come meccanismo di apprezzamento non della

di

Italo Fiorin

Direttore Scuola di Alta Specializzazione

EIS, Università LUMSA, Roma